SHERAZADE

Caro diario,

ti scrivo oggi le ultime righe della settimana, perché domani, come sai, è la festa di San Biagio, e sicuramente non avrò manco un secondo di tempo libero. La maestra ci ha detto che per questo sabato e domenica non dobbiamo fare i compiti, basta che andiamo a messa e facciamo una preghiera al santo, che ci difende dal mal di gola, e soprattutto protegge i carbonai. A scuola ci hanno spiegato pure che qui a Calimera per tanto tempo hanno fatto il carbone, che si ricava dall’albero del leccio, e c’è un bosco proprio intorno alla chiesetta. Ma ci pensi? Da dentro quei tronchi che rimangono al freddo per tanti anni e tanti inverni esce fuori il carbone che ci fa scaldare. Ma come fanno? Dici che la notte mettono fuori le radici e vanno a cercarlo, da qualche parte? Hihihi!

Comunque, non vedo l’ora che sia domani! È un anno che aspetto questo giorno! Ci sarà tutto il paese, nella campagna attorno alla chiesetta!  Già mi sembra di sentire il profumo degli spiedi, e i canti degli anziani accompagnati da chitarre, organetti e tamburelli. La mamma ha già detto a papà che domani vuole ballare la pizzica, in una delle tante ronde che faranno. E se lui non la accompagna, ha detto che cerca qualcun altro per danzare!

Io invece voglio giocare tutto il giorno a nascondino, e rincorrermi nel bosco e fra i muretti  con Margherita, Lucia, Antonio, Michele e tutti gli altri. E poi, chissà, magari mentre cerchiamo un posto per nasconderci io e Davide potremmo capitare vicino!

Adesso devo andare, ma prima voglio leggerti la preghiera che ho scritto per domani, come ci aveva chiesto la maestra:

“Proteggici sempre, San Biagio, anche se non faremo più il carbone. Portaci sempre davanti alla tua chiesa, una volta all’anno, per ricordarci che basta poco per scaldarsi e fare festa: basta scambiarsi un po’ d’amore”.